Verde nel marketing: simbolismo, evoluzione e uso nei brand moderni
- federicodelnobile
- 31 ott
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 3 nov
Ogni colore è una dichiarazione d’intenti.
Scegliere una tonalità per il proprio brand non significa solo definire un’estetica, ma scegliere che emozioni evocare, che valori incarnare, che mondo abitare.
Tra tutti, il verde è il più ambiguo e affascinante: parla di vita, ma anche di trasformazione. È il colore della natura che cresce, ma anche dell’innovazione che osa. Da secoli vive sospeso tra due forze opposte — rassicurante e inquieto, puro e artificiale — e proprio in questo equilibrio risiede la sua potenza.
Nel corso dei secoli è stato simbolo di fertilità e rinascita, ma anche di lusso e desiderio: un colore raro e costoso da ottenere, riservato a chi voleva distinguersi. Nell’antico Egitto rappresentava la rigenerazione, nell’Ottocento divenne il colore del veleno, e oggi è la bandiera della sostenibilità e della fiducia. È un colore che si rinnova, senza mai perdere sé stesso.
Nel branding contemporaneo, il verde è la voce di chi sceglie l’armonia come forma di forza. Dalla sirena di Starbucks ai pixel di Spotify, fino alla trasparenza sensoriale di Garnier, il verde è diventato una grammatica visiva di equilibrio, consapevolezza e continuità.
Dopo aver esplorato il viola, colore di chi sfida il potere, in questo articolo esploriamo l'evoluzione del verde — tra arte, storia e strategia — per capire se il verde è davvero il colore giusto per raccontare la vita che scorre nel tuo brand.
In questo articolo:
Le origini e il simbolismo del verde
Dalle streghe ai cattivi Disney
Dalla natura alla strategia: la rivoluzione del verde
Verde nel marketing: per i brand che esprimono fiducia
Scegliere il Verde: rispondi a queste 5 domande
1. Le origini e il simbolismo del verde

Nel Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, la moglie — innamorata e incinta — indossa una pellanda verde: un chiaro riferimento alla fertilità, alla nascita e alla continuità della vita. Fin dal Medioevo, il verde è stato associato ai cicli naturali, alla giovinezza e alla speranza, ma anche all’instabilità e alla trasformazione: il colore di ciò che cresce e muta,
che vive in equilibrio tra ordine e caos.
Ma la storia del verde è ancora più antica. Nell’antico Egitto, il verde era il colore della rinascita e della rigenerazione. Il dio Osiride, signore dell’oltretomba e della vegetazione, era raffigurato con la pelle verde, simbolo di eternità e fecondità.
Il papiro, pianta sacra delle rive del Nilo, rappresentava la vita che rinasce dopo la piena del fiume: verde, flessibile, resistente. Da esso nasceva non solo la scrittura, ma anche l’idea stessa di continuità. Per gli Egizi, quindi, il verde non era solo un colore: era un principio vitale, un ponte tra la morte e la rinascita.
Molti secoli dopo, nel XIX secolo, questa simbologia si capovolge. Con l’avvento dell’industria chimica, il verde diventa anche il colore del pericolo.
Nell’Ottocento, pigmenti come il verde di Scheele e il verde di Parigi, ottenuti con arsenico, invadono la moda e l’arredamento.
Dietro l’apparenza elegante, si nasconde un veleno invisibile: secondo alcuni studi, persino Napoleone Bonaparte potrebbe essere stato lentamente avvelenato dalle tappezzerie verdi della sua stanza a Sant’Elena.
Il colore che prometteva vita, in quel caso, portò la morte.
Da allora, il verde vive di questa tensione: natura e tossicità, fertilità e corruzione, speranza e inganno.

2. Dalle streghe ai cattivi Disney
Nel Medioevo il verde era anche il colore dell’alterità: quello di streghe, spiriti e folli. Le figure femminili ritenute “pericolose” venivano spesso dipinte con incarnati verdastri, segno di corruzione morale o potere oscuro.
Questo immaginario è sopravvissuto nella cultura pop: basti pensare ai cattivi Disney — da Malefica a Ursula, fino ad Ade — sempre avvolti in bagliori verdi, acidi e innaturali. Il verde qui non è natura, ma potere distorto, magia proibita, ribellione.
Nel musical Wicked, però, il significato si ribalta: la strega verde Elphaba non è più un mostro, ma una donna libera.
Il verde diventa il colore dell’autenticità e della differenza.

3. Dalla natura alla strategia: la rivoluzione del verde
Per secoli il verde è stato un colore sospetto: instabile nei pigmenti, difficile da riprodurre, ambiguo nel significato.
Tutto cambia nel Novecento, quando la società inizia a interrogarsi sull’impatto ambientale dell’industria e dei consumi. È qui che il verde esce dai dipinti e dai prati, per diventare linguaggio di marketing.
Con la nascita del concetto di green marketing, il colore assume un potere nuovo: non è più solo rappresentazione della natura, ma strumento strategico per comunicare valori etici, sostenibilità e trasparenza. Il verde smette di appartenere alla sfera simbolica e diventa un asset identitario.
Ma questa nuova funzione non è priva di rischi. Il confine tra comunicazione autentica e facciata è sottile: il fenomeno del greenwashing — aziende che “si colorano di verde” senza basi reali — dimostra quanto il simbolismo del colore possa essere potente e manipolabile allo stesso tempo.
Da allora, il verde non è più un semplice tono cromatico. È una dichiarazione di intenti, un posizionamento. Chi lo sceglie parla di equilibrio, salute e consapevolezza, ma si espone anche al giudizio più severo: quello della coerenza.
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4. Verde nel marketing: per brand che ispirano fiducia
Nel marketing contemporaneo, il verde assume significati diversi a seconda della tonalità:
Verde chiaro o pastello → naturalezza, leggerezza, equilibrio
Verde brillante o lime → innovazione, energia, crescita
Verde scuro o bosco → tradizione, eleganza, fiducia
È un colore che rilassa l’occhio e trasmette armonia. Proprio per questo è oggi scelto sia dai brand legati alla natura e al benessere, sia da quelli che vogliono comunicare innovazione tecnologica e connessione umana
☕ Nel Food & Beverage: Starbucks
Nel corso della sua storia, Starbucks ha usato il logo come specchio della propria evoluzione. Il verde entra ufficialmente nell’identità del brand nel 1987, quando Howard Schultz unifica Starbucks con la sua precedente catena Il Giornale.Quel verde — lo stesso dei celebri Green Aprons indossati dai baristi — diventa il filo conduttore dell’intera identità visiva: un colore scelto per distinguersi negli spazi urbani e allo stesso tempo richiamare il mondo naturale da cui nasce il caffè.
Come afferma l’azienda, "Our green is iconic. Visible for blocks. It’s our most identifiable asset, from the color of our aprons to our logo." Un verde che comunica equilibrio, fiducia e crescita, ma anche presenza e continuità, capace di rendere riconoscibile il brand ovunque nel mondo.
Nel 2011, la sirena bianca su fondo verde diventa l’unico segno del logo: un’icona universale di pausa, comunità e appartenenza.

💬 Nel tech e digital: Whatsapp e Spotify
Nel settore tech, il verde comunica fiducia e connessione positiva. WhatsApp usa un verde medio, simile al “via libera” del semaforo: sicuro, immediato, empatico. Spotify sceglie un verde brillante (#1DB954) per trasmettere energia, creatività e ritmo, coerente con la sua identità sonora.
Entrambi dimostrano come il verde possa umanizzare la tecnologia, rendendola più accessibile e vitale.
🌿 Nel beauty, Bio & Wellness: il ritorno alla natura
Nel settore beauty, il verde è molto usato per simboleggiare purezza, sostenibilità e benessere naturale.
Marchi come Yves Rocher, The Body Shop, Bottega Verde, Aesop e Garnier lo scelgono per comunicare equilibrio, trasparenza e cura autentica.
Negli ultimi anni, anche molti brand tradizionali hanno introdotto linee bio o green, dedicate a prodotti con ingredienti naturali e packaging sostenibili.
Con l’avvento della green beauty — il movimento che promuove una cosmetica più etica e responsabile — il verde è diventato una firma visiva di fiducia e consapevolezza, capace di unire estetica e valori ambientali.

5. Scegliere il Verde: rispondi a queste 5 Domande
Spesso il verde si associa alla natura, alla calma, alla crescita.
Nella sua storia più autentica, il verde è anche il colore della purezza e della rinascita: simbolo di equilibrio e rigenerazione.
Dagli Egizi, che lo legavano al papiro e al potere vitale di Osiride, fino ai brand contemporanei che lo scelgono per rappresentare fiducia, sostenibilità e innovazione, il verde è la scelta di chi costruisce valore duraturo.
Se il tuo brand parla di trasparenza, cura e continuità, il verde non è solo una tonalità: è la tua dichiarazione di intenti.
Per capirlo, prova a rispondere a queste 5 domande:
Il tuo brand parla di crescita, equilibrio o rinascita? Il verde è perfetto per chi comunica sviluppo, stabilità e fiducia.
Vuoi trasmettere un legame autentico con la natura o con la sostenibilità? Il verde richiama trasparenza, benessere e rispetto per la vita.
Desideri che il tuo brand ispiri calma, armonia e sicurezza? Questo colore distende, accoglie e genera connessione umana.
Il tuo pubblico cerca autenticità più che apparenza? Il verde funziona quando ciò che prometti è vero: la sincerità è la sua forza.
Il tuo brand si rinnova senza perdere la propria essenza? Il verde è il colore del cambiamento ciclico: muta, ma resta fedele alle proprie radici.
Se la maggior parte delle risposte è “sì”, il tuo brand merita di mostrare la sua forza vitale.
E il verde può essere la sua espressione, e sceglierlo significa credere nella trasformazione, ma anche nella verità di ciò che sei.
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Fonti:
https://www.racked.com/2017/3/17/14914840/green-dye-history-death
The Secret Lives of Colour, Kassia St Clair
Verde. Storia di un colore, Michel Pastoureau


