Viola: per i brand che sfidano il potere
- Federico Del Nobile
- 19 mag
- Tempo di lettura: 6 min
Scegliere i colori di un brand non è solo una questione di gusto, ma una scelta strategica.
I colori parlano prima ancora delle parole: comunicano valori, evocano emozioni, creano un’identità nella mente delle persone.
Pensiamo al rosso immediatamente associato a Coca-Cola, al bianco essenziale che richiama Apple, o al verde acqua diventato sinonimo di Tiffany. In questi casi, il colore non è un dettaglio: è il brand.
Nell’articolo approfondiamo la storia, i significati e le applicazioni del colore viola per aiutare a comprendere se... il viola è davvero la scelta giusta per il tuo brand.
In questo articolo:
Le origini del colore: tra mito e potere
Medioevo: tra fede e alchimia
Quando il viola divenne rivoluzione
Il viola oggi: brand che lasciano il segno
Scegliere il Viola: rispondi a queste 5 Domande
1. Le origini del colore: tra mito e potere
La prima apparizione del colore viola affonda le sue radici in un antico mito fenicio.
Fu Melqart, divinità fenicia, a scoprirlo durante una passeggiata romantica sulle spiagge del Libano insieme alla ninfa marina Tiro. Il loro cagnolino, giocando tra gli scogli, tornò con il muso macchiato da una sostanza dal colore intenso e straordinario.
Tiro, incantata da quella tinta brillante e misteriosa, promise a Melqart che lo avrebbe sposato solo se le avesse donato un abito di quel colore.Melqart accettò, e così nacque la celebre porpora fenicia.
Il nome stesso, phoinix, fa riferimento al rosso porpora che divenne celebre per la tintura dei tessuti.
Una tintura rarissima e preziosa: per colorare anche solo il bordo di un vestito servivano oltre 12.000 conchiglie di murex, da cui veniva estratta la sostanza colorante.
La porpora divenne così simbolo di potere e distinzione, riservata a re, sacerdoti e cittadini estremamente facoltosi. Era così pregiata che, in alcune epoche, venne usata come moneta di scambio al posto dell’oro, contribuendo alla prosperità dell’economia fenicia.

2. Medioevo: tra fede e alchimia
Durante il Medioevo, il viola viene adottato dal cristianesimo come colore simbolico della Quaresima. La sua composizione cromatica non è casuale: nasce dall’unione del blu – colore tradizionalmente legato al divino – e del rosso, simbolo del sacrificio.Un incontro visivo che riflette perfettamente il senso di attesa, introspezione e purificazione che caratterizza questo periodo liturgico.
Anche l’etimologia del termine “viola” aggiunge profondità al suo significato: deriva dal greco wion, affine al prefisso indoeuropeo vi- che ritroviamo in parole associate a divisione, separazione, passaggio.Un’indicazione sottile ma potente della natura trasformativa di questo colore.
Non è un caso, infatti, che il viola sia da sempre associato al mistero, alla magia, alla trascendenza – tutti concetti che, per definizione, implicano un cambiamento di stato, una metamorfosi.
Anche nell’Alchimia, il viola assume un ruolo centrale.Nel percorso della Magnum Opus, la “Grande Opera” di trasformazione spirituale e materiale, il viola rappresenta una fase di transizione fondamentale. Dopo il rubedo (l’arrossamento), si attraversava una fase intermedia caratterizzata proprio da questo colore: simbolo di sintesi, di equilibrio rinnovato tra gli opposti.
Un momento di rivelazione e consapevolezza, in cui l’alchimista – fondendo il rosso e il blu, il fuoco e il cielo – raggiungeva una nuova visione di sé e del mondo. Una trasformazione profonda, silenziosa, ma irreversibile.
Il viola, in questo contesto, non è solo un colore: è il simbolo di chi osa sfidare i limiti della natura, di chi cerca il cambiamento, la verità e l’evoluzione.
3. Quando il viola divenne rivoluzione
Facciamo un volo di dieci secoli e atterriamo nell’Inghilterra vittoriana.
In un contesto formale e rigidamente codificato come quello di un matrimonio reale, la regina Vittoria sorprende tutti: si presenta alla cerimonia della figlia indossando un abito viola acceso. Una scelta audace, insolita, carica di significato.
Ma c’è un dettaglio ancora più rivoluzionario: il suo abito è tinto con la mauveina, il primo colorante sintetico della storia.

Scoperta per caso dal giovane chimico William Henry Perkin, mentre cercava un farmaco antimalarico, la mauveina si rivelò una sostanza capace di produrre un viola brillante, stabile e facilmente applicabile su diversi tessuti. Per la prima volta, un colore così intenso e ricercato diventava accessibile, uscendo dalla sfera dell’élite per entrare nel guardaroba della borghesia.
Così il malva, fino ad allora riservato alla nobiltà, si trasforma nel simbolo di una nuova epoca: quella della modernità scientifica, in cui la chimica rivoluziona anche il mondo della moda.
Il viola, da simbolo di potere esclusivo, diventa il primo colore della modernità. Un colore che, ancora una volta, racconta il cambiamento.
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4. Il viola oggi: brand che lasciano il segno
Uno degli aspetti più affascinanti del colore viola ci arriva direttamente dalla scienza: ha una lunghezza d’onda molto corta, tra i 380 e i 450 nanometri, posizionandosi appena sopra l’ultravioletto.
È un colore raro in natura, molto meno presente rispetto ad altri, e proprio per questa sua eccezionalità il cervello umano lo percepisce come insolito, magnetico, sorprendente.
Di fronte al viola, l’attivazione cerebrale aumenta: genera attenzione, stupore, desiderio.Queste caratteristiche lo rendono estremamente efficace nella comunicazione visiva, soprattutto nei contesti in cui è fondamentale emergere e lasciare un segno, come il settore tecnologico, corporate o beauty.
💻 Nel tech: Twitch
La piattaforma di streaming Twitch ha scelto come colore identitario un viola brillante (#9146FF).Una scelta non casuale: il viola qui evoca creatività, senso di comunità e innovazione, ma anche una dimensione “alchemica” e futurista, perfettamente allineata con il mondo del gaming e dell’intrattenimento digitale.

🏢 Nel corporate: Accenture
Nel 2020, Accenture, una delle principali multinazionali della consulenza, ha adottato ufficialmente il viola come colore di brand. La sua tagline “Let There Be Change” è un invito alla trasformazione e all’innovazione.

In questo contesto, il viola incarna potenza, esclusività e visione del futuro.Richiama al tempo stesso la sua natura nobiliare e la sua componente simbolica e magica: Accenture non è solo un brand, è un’autorità globale che guida il cambiamento su scala mondiale.
💫 Nel beauty: ULTRAVIOLET di Paco Rabanne
Nel 1999, Paco Rabanne lancia ULTRAVIOLET, The fragance of a new era, una fragranza rivoluzionaria sia nel concetto che nell'estetica. Il flacone, in vetro viola, ha una forma ovale e futuristica, quasi aliena, che si discosta radicalmente dai codici tradizionali della profumeria. Un oggetto che sembra arrivare da un’altra dimensione, pronto a sfidare ogni aspettativa.

Copyright © Paco Rabanne, 1999
La scelta del viola non è casuale: intenso, magnetico, ipnotico. Evoca innovazione, audacia e una sensualità nuova, capace di attrarre verso un altrove ancora sconosciuto. Ultraviolet non è solo un profumo: è un manifesto.
5. Scegliere il Viola: rispondi a queste 5 Domande
Spesso il viola si associano alla regalità, alla spiritualità, alla femminilità.
Ma il viola, nella sua storia più autentica, è il colore della sovversione. È il segno visivo di chi ha osato trasformare l’ordine stabilito: dagli antichi Fenici agli alchimisti medievali, dalla regina Vittoria ai brand più audaci di oggi.
Se senti che il tuo brand si muove in questa direzione, forse il viola è davvero la tua voce visiva.
Per capirlo, prova a rispondere a queste 5 domande:
Il tuo brand sfida le regole o propone una nuova visione? (Il viola è perfetto per chi vuole emergere rompendo gli schemi.)
Vuoi comunicare un senso di trasformazione, evoluzione, crescita? (Questo colore parla di passaggi, mutazioni e cambi di stato.)
Ti rivolgi a un pubblico attratto dal mistero, dall’unicità o dalla spiritualità? (Il viola è magnetico per chi cerca profondità e significato.)
Il tuo posizionamento punta su esclusività, eleganza e innovazione? (Il viola è storicamente legato al prestigio, oggi alla visione.)
Vuoi che il tuo brand lasci un’impressione forte e non convenzionale? (Il viola non è neutro: o lo si ama, o lo si ricorda.)
Se la maggior parte delle risposte è “sì”, il tuo brand non ha bisogno di mimetizzarsi.
Ha bisogno di risplendere. E il viola può essere il suo linguaggio naturale.
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Fonti:
National Geographic – History of Purple
Verywell Mind – Color Psychology: Purple
Pantone Institute – The Psychology of Color in Marketing
Joe Hallock – Color Assignments
Magickalspot.com – The Color Purple in Magic
The Secret History of Magic – Peter Lamont & Jim Steinmeyer
Riccardo Falcinelli, Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo, Einaudi, 2017.
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